
Dall’ultima volta che ho trovato il tempo di pubblicare qualcosa qui, sono successe molte cose là fuori. Ho scoperto che diventerò zia, una zia probabilmente un po’ selvatica. Forse sconsiderata, ma accondiscendente, amica e poco affidabile. E’ morto un gatto, questo è successo solo la settimana scorsa, si chiamava Pillo. Se n’è andato ad una velocità super sonica, come fosse salito su un razzo e ci avesse salutati tutti con la zampina dal piccolo oblò. Un orso ha ucciso un ragazzo che faceva una corsa nel bosco. E di chi era quel bosco? Del ragazzo o dell’orso? La verità è che era di entrambi, e ha solo vinto il più spaventato e il più forte. Nonché quello più privo di una morale. Ho lavorato e letto molto, soprattutto ascoltato audiolibri. Ho viaggiato tantissimo in macchina, portando la mia Suzuki a percorrere oltre 150.000 km. Senza incidenti, a parte un tir che quasi ci ha schiacciate contro il Guard-rail. Mi sono appassionata ai testi di astrofisica e fisica quantistica, perché mi portano lontanissimo da questa realtà, a tratti insopportabile.
Siamo materia stellare che medita sulle stelle…
Carl Sagan
Smettendo di guardarmi i piedi, come suggeriva il caro Hawking, cerco di trovare risposte attraverso la meditazione sulla forma dell’Universo e i meccanismi che lo regolano. Non capisco proprio tutto, ma Rovelli, lo stesso Hawking, Margherita Hack e la Greison mi aiutano a ottenere una buona sintesi. Non mi hanno ancora svelato come far tornare i conti, migliorare le mie relazioni o trovare un buon equilibrio tra senso del dovere e senso di libertà, ma sono sicura che continuando ad elevare il mio spirito tra le stelle, o navigando nel campo delle probabilità dei quanti, troverò le risposte a un certo punto.
E’ che a volte mi sento davvero molto stanca. Vorrei solo nascondermi nella singolarità di un buco nero, coperta da un buco bianco, dove tutti restano confusi dal temp. Dove poi il tempo e lo spazio finiscono, e tutto cessa di esistere. O forse semplicemente è.
Esiste un solo bene, la conoscenza, e un solo male, l’ignoranza.
Socrate
Di recente ho anche iniziato ad ascoltare alcuni podcast. Il mio preferito, in questo momento, è Pensiero Stupendo di Matteo Saudino, conosciuto anche con lo pseudonimo di BarbaSophia. Un podcast che racconta i più grandi filosofi della storia, e io ho iniziato con Socrate. Socrate non era proprio uno qualunque. Antenato dei moderni guru di crescita personale, era un artista del contraddittorio, di quello che è il significato originale della parola ironia. Qualcosa che io non padroneggio granché, finendo spesso travolta dalle discussioni. La meditazione di matrice induista mi sta aiutando molto però a dominare le emozioni nei loro eccessi, e dunque a non perdere il senso della ragione.
Infine, forse la cosa più importante, ho scoperto cosa mi piace scrivere. Ho trovato i miei autori di riferimento, che poi sono autrici, Elizabeth Colbert e Diane Ackerman. E’ alla loro prosa e al loro rigore scientifico che mi sento davvero vicina nello stile. Sono le loro avventure che mi spingono a desiderare di fare altrettanto. Se trovate i loro saggi, leggeteli.
Il desiderio è tornare a scrivere qui tra una settimana, ma non escludo che l’arrivo del caldo, i fiori e tutti questi uccelli canterini fuori dalla finestra, mi trascinino per campi e macchie insieme al cane. Perdendo tutti, di nuovo, le mie tracce.
Lascia un commento