Questo cervo e’ un tipo timido

Amerai Novembre e amerai la Morte

Novembre inizia sempre con quell’aria triste e un po’ storta, le foglie che iniziano a cadere copiose e la celebrazione dei morti, con le file di auto davanti ai cimiteri, i banchetti dei fiori, e di solito il freddo che punge la schiena. 

Quest’anno sicuramente è mancato proprio l’elemento meteorologico ad accentuare la tristezza di alcuni, con un caldo simbolo di una catastrofe naturale in corso, ma non l’accorciarsi delle giornate, in un inciampare nel buio un’ora prima dell’abitudine, inciampo che ogni volta ci lascia un po’ straniti.

Questo cervo e’ un tipo timido
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Glacier Maruelno, Antoan, Hiking

Come tutti, anche io sono stata obbligata a pensare ai miei morti. Tantissimi negli ultimi quattro anni, tra nonne e animali di famiglia, in una piccola ecatombe trasversale e antispecista. Ma ci ho fatto pace, con l’idea occidentale della morte, e ne ho adottata una nuova in modo quasi spontaneo e istintivo, senza dovermi buttare in grandi riflessioni e letture filosofiche.

Semplicemente un giorno mi sono accorta che a farmi soffrire era l’assenza, e quell’idea di mai più. Ma da naturalista, ho anche la consapevolezza che su scale temporali di lungo termine davvero nulla scompare, semmai si trasforma. È vero.

La materia non si smaterializza, ma si dissolve e magnifica in energia. Prende altre strade e altre forme, attraverso assemblaggi sempre nuovi di atomi e molecole, attraverso la creazione di legami più o meno stabili. Nessuno muore mai veramente, in fin dei conti, al di là della nostra ristretta capacità di analisi e comprensione del tempo. Secondo alcuni popoli, come i Gimi, gruppo etnico il cui stile di vita riflette ancora quello dei nostri e dei loro antenati dell’Età della Pietra, gli spiriti dei morti abitano ogni elemento della Natura.

Glacier Maruelno

La Natura è così non solo viva, il che sarebbe scontato, ma è soprattutto piena di significato. È il tempio entro il quale albergano le anime dei defunti, e ogni corso d’acqua, pianta, roccia o animale è degno di venerazione e celebrazione. L’uccisione di altri esseri viventi per nutrirsi è per i Gimi, ad esempio, semplicemente un evento che porterà le loro vite a trasformarsi, ad entrare nel ciclo eterno della trasformazione e del trasferimento dell’energia in altre forme, in altri luoghi.

Così, mi tengo la nostalgia del non poter vedere mai più persone e animali che ho amato, ma alzo gli occhi e so che prima o poi saranno altrove, avranno altri volti o sembianze, altri occhi, o un altro odore. Ma ci saranno. Se la vediamo così, questo Pianeta siamo noi. Prendiamocene cura, perché ogni cosa è in noi, ogni cosa siamo noi. Noi siamo la Natura.

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