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Marzo 26, 2021
Americhe

Le rane d’acqua di Loa

Marzo 24, 2021
Eurasia, STORYTELLING ANIMALS

Tutururu Non è una canzone di Francesco Boccia

Marzo 8, 2021
Eurasia, STORYTELLING ANIMALS

In Myanmar la Pace passa attraverso la Foresta

Marzo 8, 2021
Eurasia, STORYTELLING ANIMALS

In Myanmar la Pace passa attraverso la Foresta

C’è un mondo a poche ore di aereo dalla mia scrivania che parla un’altra lingua, mangia altri cibi e soprattutto non conosce stabilità politica né democrazia.

Mia Canestrini
Marzo 24, 2021
Eurasia, STORYTELLING ANIMALS

Tutururu Non è una canzone di Francesco Boccia

Mia Canestrini
Marzo 26, 2021
Americhe

Le rane d’acqua di Loa

Mia Canestrini
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Dovremmo recuperare quell’energia mistica che ci Dovremmo recuperare quell’energia mistica che ci spinge a non temere l’arrivo della notte, o l’acqua che diventa verde petrolio, e la corrente dell’alta marea, le ombre dei cumulonembi e i tuoni che minacciano tempesta. 
Dovremmo essere come il giglio di mare o la salmastera, pioniere e capaci di mettere radici nell’instabilità, dove non ci sono fondamenta solide, dove ciò che ci sostiene è salato, come il mare e le lacrime. Come il conto dell’indipendenza.
Dovremmo circondarci di persone che ci amano per le creature selvatiche che siamo.
Inizia settembre, il mio mese preferito, il mese in cui tutto ha inizio quando tutto si prepara a morire, e chi non muore preferisce cadere addormentato.
È stata una estate bestiale.
Daini assetati, piccioni, ricci e pipistrelli sullo zerbino, lunghi bagni nei fiumi con i cani, e poi isole remote ai confini dell’Europa, popolate di delfini, balenottere, foche grigie, gabbiani reali, sule, berte, oche selvatiche, corvi imperiali. 
Dal prossimo mese inizia un nuovo viaggio alla scoperta della natura d’Italia e non solo, e io mi lascio ispirare dal mio ultimo bagno al mare.
Per chi vorrà, tutti i miei pensieri si sposteranno sul mio blog nel sito al link in bio ( al momento da aggiornare totalmente), mentre qua continueremo l’avventura, tra isole e montagne, treni e aerei, foreste, boschi e praterie, con gli scarponi ai piedi. 
Ci rivediamo tra un po’, ci rivediamo in giro 😉
#raiuno #raidue #nature #natureza #natura #ilprovinciale
Rabarbaro gigante Mi ha videochiamata il vecchio Rabarbaro gigante
Mi ha videochiamata il vecchio presidente del corso di laurea in scienze naturali. Mi aveva scritto un messaggio e io gli avevo risposto che avevo molta voglia di salutarlo di persona, ovunque lui fosse. Non ci vediamo da 20 anni. È stato il mio professore di genetica, poi di statistica applicata alla biologia. È stato il mio primo contatto con le scienze naturali nella loro versione accademica. A 16 anni, bigiando la scuola, sono andata a colloquio proprio da lui, per sapere se per diventare zoologa quello fosse il percorso giusto. Quando entrai dalla porta si tolse la pipa di bocca, l’aria perplessa, e mi chiese un po’ basito “ma quanti anni hai?”. Non ricordo nulla delle nostre chiacchiere di quella mattina, ma oggi mi ha chiamata solo per dirmi che “è stato un piacere avere studenti come te”. Ovviamente mi sono commossa, perché l’emozione di rivederlo e sentirmi dire quelle parole è stata grande. Lo racconto perché nella vita alcune persone ci sosterranno, altre troveranno ogni strada non tanto per mettere in discussione la nostra professionalità davanti agli altri, ma per farci mettere in discussione con noi stessi. E più è grande l’amore per ciò che facciamo, più grande è il rischio, se non siamo forti, di smettere di crederci. Io ho le spalle larghe, alla peggio mi incazzo un po’, ma mi chiedo quante persone investite da shit storm mediatiche come quella degli ultimi tempi (o spaventate dal rischio di esserne colpite) si sarebbero fatte seppellire per sempre dagli insulti e dalla vergogna o non avrebbero fatto ciò che ritenevano giusto, per la scienza, per la loro personale missione e per sé stesse. Sono nata curiosa e questa è una dannazione. Ci si ficca dove in pochi hanno la voglia e il coraggio di andare. Si scrosta  la superficie di tutto e si guarda dentro. Sotto. Per capire se si può ancora imparare qualcosa.
Si può insegnare a uno studente una lezione al giorno; ma se gli si insegna la curiosità, egli continuerà il processo di apprendimento finché vive.
Argilla P. Bedford
Amore UK Amore UK
La più grande rivelazione che gli studi di zoolog La più grande rivelazione che gli studi di zoologia mi abbiano fornito riguarda la nostra specie. Era il 2008 e frequentavo il corso del professor Alistair Bath, un canadese alto e spigoloso, in Human dimensions, materia con almeno 50 anni di storia alle spalle, ma che in Italia ai tempi si studiava poco. Per comprenderla si poteva partire da una ricetta: prendi la conservazione della natura, nella sua accezione più scientifica, e poi cerca di esercitarla tenendo conto di tutti i valori possibili che l’uomo attribuisce alla natura stessa. È chiaro che questi dipendono dal contesto sociale in cui cresce ogni singolo individuo (ricordo che siamo 7,753 miliardi), dal background culturale e famigliare, dalla sua realtà economica, dalle esperienze vissute, dalle sue aspettative e inclinazioni e infine dai suoi bisogni, primari e secondari. Tornando al punto della questione, la rivelazione fu che da zoologa non mi sarei mai potuta occupare davvero di conservazione della biodiversità animale (ciò in cui mi stavo specializzando) senza tenere conto della specie animale più importante, dal punto di vista degli impatti positivi e negativi, e delle sue esigenze biologiche, culturali, sociali, economiche e psicologiche. Da allora, soprattutto quando viaggio, guardo al mondo con due occhi: quello della scienziata e quello della sociologa. Mi aiuta a comprendere il sistema estremamente complesso della natura, e i conflitti più o meno manifesti tra uomo e natura, oltre al loro perché. Alle isole Ebridi gli uomini hanno un’esistenza ridotta al minimo ad esempio, con qualche pecora, un unico cinema itinerante (il camion), una libreria (il furgoncino) e una strada principale che dove può diventa un ponte sul mare. Necessità culturali e pratiche della nostra specie si esprimono qui in maniera lampante, qui dove - vi assicuro - non c’è altro.  E poi ci sono io, che attraverso il pianeta Terra con la mia storia personale, famigliare, economica, culturale, sociale e interagisco con altri sistemi naturali e umani. Perfino l’essere umano che abbiamo scelto, nello stesso viaggio, attraverso le stesse esperienze, non sta vivendo la stessa esperienza. (segue nel commento)
SOUTH UIST ISLAND Una piccola lezione della Natura SOUTH UIST ISLAND
Una piccola lezione della Natura
Una lezione sull’attesa e sulla leggerezza. Ho osservato l’oceano per giorni in ogni direzione, esultando per le foche e le lontre, cercando sulla guida gli uccelli e perdendomi nei dettagli del fondale con l’arrivo della bassa marea. Ho affrontato il vento umido delle Ebridi su ogni traghetto preso, restando ore, immobile, sul ponte. Avevamo già visto i delfini comuni. Volevo vedere le balene. Ci siamo imbarcati a Lochboisdale per tornare sull’isola principale ieri pomeriggio, navigando per tre ore e mezzo tra le Ebridi esterne e interne. Berte, sule, gabbiani. Nessun mammifero marino. Alla fine, il porto è apparso di fronte alla prua, con le sue barche e tutto ciò che segnala la presenza dell’uomo a dominare l’oceano. Stavamo bevendo un caffè, rassegnati. E se guardi l’ultima foto, dietro i due scogli sulla sinistra, lì, bevendo il caffè, abbiamo visto la nostra balenottera comune. All’ingresso del porto di Mallaig, a un passo dal ritorno alla civiltà un po’ selvaggia e vichinga della Scozia.
Così ho imparato una volta di più a lasciar andare, e a lasciar libera la vita di stupirmi.
Per ricevere, è necessario prima aprire la mano. Lasciare andare.
Lao Tzu
LEWIS, HARRIS, NORTH UIST, SOUTH UIST ISLANDS “ LEWIS, HARRIS, NORTH UIST, SOUTH UIST ISLANDS
“Houston, qui base della Tranquillità. L’Eagle è atterrato.”
Outer Hebrides, outer Planet 💙
#hebrides
LOCH LOMOND AND THE TROSSACHS NATIONAL PARK Sembr LOCH LOMOND AND THE TROSSACHS NATIONAL PARK
Sembra di sentire respirare i lupi nella foresta della Regina, ed è la prima volta che ho davvero la sensazione di un’assenza ingiusta.
Le Highlands segnano il confine tra ciò che è vivibile e ciò che è stato plasmato in modo violento dalle nostre acerrime nemiche, le glaciazioni. 
Cervi e abeti, pioggia, vento.
Lingue che hanno scolpito montagne che sembrano leccate, e altopiani trasformati in torbiere dalla bava del freddo.
Lungo uno dei fiordi verso Loch Ness ho visto immergersi una foca, forse.
Ho comprato un basco di lana per sentirmi del posto, mangio pie e patatine, piove, fa freddo, la moquette tartan solletica il sonno.
Pensierosa, ma in pace.
#lochlomond #lochlomondandtrossachsnationalpark  #highlands #scotland #scottishscenery
LAKE DISTRICT NATIONAL PARK Clamoroso non aver fo LAKE DISTRICT NATIONAL PARK
Clamoroso non aver fotografato specchi d’acqua, ma la luce di un agosto asfissiante perfino a questa latitudine non regala grandi emozioni. 
Nell’insieme il Parco è come si preannuncia: Land Rover carichi di kayak, inglesi che fanno il bagno nei torrenti, e grazie all’abbondanza di acqua felci e giunchi dominano il paesaggio, insieme a querce di dimensioni mitologiche.
Dall’area di questi due Parchi nazionali dell’Inghilterra Tolkien ha tratto ispirazione per i nomi utilizzati nel Signore degli Anelli (e l’altra sera ho avuto l’immenso piacere di cenare con il nipote di chi ha aiutato Tolkien in quel frangente) e non è qualcosa che stupisce. L’armonioso equilibrio, mai precario, delle campagne del Yorkshire qui si spezza in favore di uno scenario aspro, palesemente modellato dal vento e dal ghiaccio, ricco di abeti e muschio a ricoprire ogni pietra.
Partendo dal YDNP si sale veloci attraverso le montagne (fells) e le valli glaciali, con un cambio di prospettiva, decisamente meno morbido su cosa sia questa terra fuori Londra. 
La Scozia non è lontana e si sente negli accenti che cambiano, nelle pecore al pascolo e alla fine, finalmente, anche nella temperatura dell’aria.
Imperdibile il passo sulla cima Hard Knott, con la strada che per la pendenza lascia indietro molte auto.
Io inizio a sembrare un ragazzetto scozzese che non si taglia i capelli da quando è nato!

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